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INDIA TRAVEL DIARY # 5 – AGRA E IL TAJ MAHAL

INDIA TRAVEL DIARY # 5 – AGRA E IL TAJ MAHAL

Agra per me rimarrà sempre un posto particolare. C’è il Taj Mahal, quindi è sicuramente un luogo da vedere una volta nella vita, e confermo che trovarsi lì è un’esperienza unica, però io ci ho passato due giorni e due notti avvolta da nebbia e pioggia e ho avuto la sensazione di perdermi qualcosa. Non tanto perchè avevo sperato in una bella giornata per fare delle belle foto, quanto perchè con questo clima era tutto confuso. Il Forte Rosso per esempio, splendido esempio di architettura Moghul, l’abbiamo a malapena intravisto tra la nebbia. Il giro all’interno l’abbiamo fatto e merita comunque ma se in altri contesti il cielo coperto può essere affascinante, qui dava un’idea di tristezza, come di un palazzo una volta splendente e ora abbandonato al degrado. Mi è davvero dispiaciuto visitare edifici di rara bellezza con un clima che non permetteva di ammirarne i dettagli. Uno si immagina l’India ricca di colore e invece qui non abbiamo visto (quasi) altro che grigio.

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Al di là del tempo però devo dire che ad Agra si possono vedere dei veri tesori: il Mausoleo di Itmad-Ud-Daulah, per esempio, è più piccolo del Taj Mahal ma forse anche più bello, decorato in maniera raffinatissima con tante di quelle pietre preziose da meritarsi il soprannome di “jewels box“.

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Dopo una passeggiata sotto la pioggia siamo arrivati comunque anche al Taj Mahal, che visto dal vivo ti commuove. Sarà che abbiamo penato per avere il visto e il viaggio stava per saltare, saranno le aspettative o la stanchezza, fatto sta che lì davanti mi veniva da ridere e piangere contemporaneamente. ll Taj Mahal è un mausoleo fatto costruire nel 1632 dall’imperatore moghul Shah Jahan in memoria della moglie preferita Arjumand Banu Begum, meglio conosciuta come Mumtaz Mahal e morta di parto. In oltre 20 anni di lavori, circa 30 tipi diversi di pietre preziose sono state incastonate nell’edificio; tra l’altro, tra le maestranze vi fu anche un artista italiano. Al di là dell’imponenza degli edifici, è stato incredibile trovarsi in un luogo dove erano presenti tutte le lingue del mondo attorno a me. Gente di ogni nazionalità era lì, nello stesso momento, per ammirare la stessa bellezza. Una cosa così mi è capitata forse solo in Piazza San Pietro a Roma o a Times Square a New York, ma non ne sono neppure sicura. Qui davvero ovunque ti girassi vedevi gente proveniente da Paesi diversi, dai posti più disparati, ognuno con i propri abiti tradizionali, i propri dialetti e i propri tratti somatici. File e file di persone con i propri cari, tutti ordinati e rispettosi della sacralità del luogo. Bambini, genitori, ragazzini in gita, anziani che rendevano omaggio: sono stata ore solo a guardarmi intorno. E’ stato come sedersi e vedere l’umanità che ti sfilava davanti. Mi vengono i brividi ancora adesso se ci ripenso, mi sono sentita davvero al centro del mondo. Inoltre, è stato davvero emozionante trovarsi in un luogo creato solo per celebrare l’amore. Bisognerebbe ricordarsene più spesso: è quella la cosa più importante.

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AUDREY TRAVEL TIPS: arrivate al Taj Mahal con borse piccole e non troppo piene così eviterete di metterci troppo tempo a passare il metal detector. Assaggiate assolutamente uno degli spuntini al cocco che servono alcuni addetti tra i giardini e, se ne avete l’occasione, la sera andate a vedere al teatro locale lo spettacolo dedicato alla nascita e costruzione dell’edificio. Non è il classico teatrino da turisti ma un’interessante spettacolo con musica, luci e danze tradizionali che racconta in maniera semplice la storia d’amore che ha ispirato una delle 7 Meraviglie del mondo moderno (e ti danno una cuffia con la traduzione nella tua lingua!).

PS: mi scuso per la bassissima qualità delle foto ma le ho scattate con l’iphone sotto al diluvio e in mezzo alla nebbia 🙁

PPS: oggi vi ho portato in India ma a breve arriveranno le prime foto del mio straordinario viaggio in Birmania, Cambogia e Thailandia che molti di voi hanno già iniziato a seguire sui social: vi aspetto!

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