LA CACCIATRICE DI STORIE PERDUTE
Sejal Badani
Newton Compton
LA TRAMA DE “LA CACCIATRICE DI STORIE PERDUTE”
Jaya ha il cuore spezzato. Ha tentato a lungo di avere un bambino, ma dopo la terza gravidanza interrotta sta cominciando a perdere le speranze. Anche il suo matrimonio inizia a sfaldarsi e così, nel disperato tentativo di ritrovare sé stessa, decide di allontanarsi da New York per riavvicinarsi alle sue origini indiane. Non appena Jaya arriva in India viene immediatamente sopraffatta dai colori, dai profumi e dai suoni. Ogni cosa ha un fascino esotico, per lei, e ben presto il desiderio di riscoprire la cultura della sua famiglia prende il sopravvento. Ma ci sono segreti del passato a lungo taciuti che hanno il potere di influire sulle generazioni a venire. E così Jaya viene a conoscenza della storia di sua nonna e di un amore clandestino che è destinato a cambiare per sempre la sua vita. Solo dopo aver scoperto il coraggio e l’inarrestabile spirito di resilienza che hanno caratterizzato le donne della sua famiglia, infatti, Jaya si accorgerà di avere dentro di sé una forza che non avrebbe mai potuto immaginare di possedere.
Quando la Newton Compton mi ha parlato di questo libro, durante un incontro per blogger, me lo sono segnato e ho iniziato a contare i giorni per poterlo leggere. Perchè l’India è nel mio cuore, le mie origini in qualche modo sono lì – anche se non le sento così forti devo ammettere – e andarci ha sempre un sapore speciale. Anche tornarci virtualmente, con un libro, per me è prezioso. E con questo romanzo sono riuscita a fare davvero un piccolo viaggio. Mi sembrava di essere lì con Jaya, ad ascoltare le storie narrate dalla voce di Ravi, a ripercorrere le orme di una donna che si è trovata di fronte a una scelta difficilissima in un periodo storico non facile, a sentire il profumo delle spezie e del curry e delle corone di fiori intrecciati. Mi ha molto coinvolta la storia di Amisha (la nonna) e Stephen, ma ho trovato altrettanto importanti le vicende sullo sfondo, quelle di un paese complesso e contraddittorio ma al tempo stesso straordinario e incredibilmente bello. Immaginate poi la mia gioia quando mi hanno permesso di rivolgere qualche domanda alla scrittrice! Eccovi quindi tutta l’intervista con la bravissima Sejal Badani, l’autrice de “La cacciatrice di storie perdute”.
L’INTERVISTA
1. Hai sempre voluto diventare una scrittrice? O è stata una sorpresa anche per te?
Sì, ho sempre voluto diventare una scrittrice. Da bambina leggevo tantissimo e questo mi ha permesso di costruire la mia carriera di scrittrice da autodidatta. Sono diventata avvocato ma sapevo che scrivere restava la mia passione e sono veramente felice di essere riuscita a trasformarla in un lavoro.
2. Adesso che sei una scrittrice full time, che routine segui?
Adesso che i miei figli sono più grandi, scrivo praticamente dalla mattina alla sera. Cerco di ritagliarmi qualche ora per allenarmi e per cenare ma se ho una scadenza tutto passa in secondo piano.
3. Tu sei un’ottima autrice. Ma, da lettrice, che libri ti piacciono? Che scrittori consiglieresti?
Di solito leggo qualunque genere stia scrivendo in quel momento. Sono una grande fan di J. K. Rowling e Malcom Gladwell. Di recente ho letto “Il vantaggio della felicità” di Shawn Achor e lo consiglio vivamente.
4. Hai già in mente il prossimo libro?
Ho appena pubblicato un romanzo Young Adult intitolato “The Circle: Taken” con lo pseudonimo di Sage Sask. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, e ne sono felice. Se ti piace il genere stile “Hunger Games” o “Divergent”, dai un’occhiata al sito del libro.
5. Nel tuo libro, a parte Jaya, c’è un’altra protagonista: l’India. Cos’è per te? Ti senti legata alle tue origini indiane o ti senti completamente americana?
Sebbene non sia tornata in India per anni, ho davvero amato la ricerca fatta per questo romanzo, ed è stato interessante scoprire di più sulla storia dell’India del XX secolo e di quella moderna. Inoltre, ho un profondo interesse per alcuni aspetti tradizionali, quali lo yoga e la meditazione, e poi vabbè… il cibo è favoloso!
6. La nonna di Jaya è una donna forte e coraggiosa: ti sei ispirata ad una persona reale?
Purtroppo, mia nonna materna contrasse l’encefalite a causa di una puntura di zanzare e morì giovane. L’angoscia e la tragedia della sua morte sono state fonte di grande ispirazione per questo romanzo. Inoltre, era una donna molto in anticipo sui tempi, con grandi sogni e speranze per i suoi cari.
7. La tua storia parla di una rinascita. C’è stato un momento, nella tua vita, in cui hai sentito il bisogno di ricominciare da capo?
Ho avuto un’infanzia molto difficile, e mi sono resa conto di averla dovuta metabolizzare pienamente prima di poter andare avanti con la mia vita adulta. Ci sono voluti molti anni e anche un certo tipo di supporto professionale per poter trovare un equilibrio tra il mio passato così particolare e le mie speranze per il futuro.
8. Se il tuo libro diventasse un film, che attori ti piacerebbe interpretassero le parti principali?
Mia figlia sostiene che un perfetto Stephen sarebbe l’attore emergente Joe Allwyn. Se potessi esprimere un desiderio, vorrei che il personaggio preferito dei lettori, Ravi, fosse interpretato dal sublime Ben Kingsley. Non ci sono parole per definire la sua bravura e la sua arte, quindi mi limito a dire che per me sarebbe un onore immenso, un vero sogno diventato realtà, se lui facesse parte di questa storia.
Oltre a questa intervista, che spero vi invogli a scoprire una storia che merita davvero, aggiungo ancora un ringraziamento speciale al delizioso staff della Newton Compton, sia per la copia dell’ebook sia per la consueta disponibilità, e a Sejal Badani, con cui ho condiviso anche le mie origini e che è stata davvero di una gentilezza straordinaria. Ma non mi stupisce. Come fa dire alla sua protagonista, “se avrò la gentilezza e il cuore delle donne che mi hanno preceduta, allora avrò vissuto con onore“. Un bellissimo augurio, diventato realtà anche per la “scrittrice delle storie perdute” e non solo per le sue protagoniste.
*ebook omaggio della CE