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BOOKS FOR BREAKFAST # 18 – L’INVITO

BOOKS FOR BREAKFAST # 18 – L’INVITO

L’INVITO

Ruth Ware

Corbaccio

«La gente non cambia», ribatté amara Nina. «Diventa solo più scrupolosa nel nascondere il suo vero volto.»

Dieci anni dopo la fine del liceo Leonora Shaw, per gli amici Nora, ne ha fatta di strada: è diventata una scrittrice e la sua vita è scandita dal lavoro alla scrivania nel suo monolocale dell’East End londinese, dalle tazze di caffè e dalle corse nel parco. Della vecchia Leonora non resta più nulla, nemmeno il nomignolo di allora, Lee. Eppure, pur avendo troncato tutti i vecchi rapporti, quando riceve l’invito all’addio al nubilato della sua ex amica del cuore, Nora non sa resistere. Da un lato si fa strada in lei un assurdo senso di colpa nel non presentarsi, dall’altra prova un sentimento di riconoscenza verso Clare per essersi fatta viva dopo dieci anni. Sebbene con riluttanza, quindi, accetta di trascorrere un weekend in una villa nei boschi insieme ai vecchi amici, e di colpo si trova catapultata indietro nel tempo di dieci anni, in quel passato che ha meticolosamente cercato di cancellare. E capisce di aver commesso un errore. Il peggior errore della sua vita….

La trama mi ha catturata fin da subito. Da grande fan della Christie, io i gialli ambientati in una casa più o meno isolata li adoro proprio. Inoltre, anche io come la protagonista ho tagliato quasi tutti i ponti con il mio vecchio liceo, a parte due care amiche che mi sono rimaste. Ero quindi molto curiosa quando ho letto la sinossi del libro prima ancora che uscisse, e il giorno fatidico mi sono precipitata a comprarlo. Adesso l’ho finito e devo dire che se per certi versi mi è piaciuto, per altri mi ha un po’ deluso.

Dalla sua il libro ha un impianto narrativo davvero efficace. Nora si risveglia in ospedale senza ricordare cosa è accaduto e piano piano cerca attraverso i dialoghi con le infermiere di capire cos’è successo. Quando poi arriva al suo capezzale anche la polizia, capisce che deve essere accaduto qualcosa di terribile… ma cosa? Alternati ai capitoli del presente di Nora, ci sono quelli in cui è sempre lei a raccontare ma al passato, fin dove la sua memoria le consente di arrivare. Questa struttura da alla narrazione una notevole suspence che ti invoglia a continuare a leggere. Purtroppo a volte l’autrice si perde un po’ in dettagli inutili, sicuramente lo fa apposta per aumentare il pathos ma ammetto che alla lunga mi infastidiva. Molto efficace invece la location, una casa di vetro in mezzo al bosco dove piano piano emergono ricordi, rivalità e antipatie… Non vi svelo ovviamente come continua il racconto ma vi consiglio questo libro se siete amanti dei gialli psicologici in quanto è costruito molto bene. Se invece amate gialli con un ritmo più incalzante, o con un finale inaspettato, magari lasciate perdere. O meglio ancora, andate alla mia recensione della settimana scorsa: troverete un Book for Breakfast che sarà davvero pane per i vostri denti!

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