In ogni caso, superato l’impatto iniziale, ci si butta nella mischia. Il nostro viaggio inizia da HO CHI MIN, l’antica SAIGON, oggi capitale economica ed “industriale” del paese. Abbiamo un piccolo hotel in centro già prenotato per tre notti e lo raggiungiamo comodamente con un taxi. Il percorso stesso è già di per sè un’esperienza incredibile: la distesa dei motorini da cui ti trovi immediatamente circondato su ogni lato è impressionante! Sbucano da ogni parte, vanno in contromano, non rispettano alcuna regola, trasportano cose e persone in quantità irragionevoli e non si fermano nemmeno se tu stai attraversando sulle strisce!
L’hotel è l’HONG AN HOTEL: la stanza è piccola ma pulita, il wifi funziona benissimo e c’è un delizioso terrazzino per colazioni mattutine e birre notturne. Almeno nelle intenzioni. Scopriamo prestissimo che il caldo è tale che appena puoi ti rifugi in camera per godere dell’aria condizionata e quindi tutte le deliziose terrazze delle case e degli hotel, almeno ad agosto, sono solo un bel complemento estetico.
La città è super trafficata e a prima vista non ha particolari scorci da offrire. Inoltre nessuno parla inglese quindi il primo approccio è parecchio… confusionario! Il lato positivo però è il trovarsi dall’altra parte del mondo rispetto a casa, quindi anche un semplice passante diventa interessante! Il primo giorno è una completa immersione nei suoni e nei colori di SAIGON, combattendo contro il caldo e il jet lag. Il secondo giorno iniziamo ad esplorare seriamente la città e soprattutto i musei: il WAR MUSEUM è consigliatissimo, davvero emozionante, in particolare l’esposizione all’ultimo piano intitolata REQUIEM e dedicata ai reporter di guerra internazionali scomparsi proprio mentre stavano documentando il conflitto, ad esempio il celebre Robert Capa.
AUDREY TRAVEL TIP: il Museo di Storia e il Museo di Ho Ci Min si possono tranquillamente saltare. Le esposizioni sono disordinate e manca completamente una contestualizzazione quindi se si ha poco tempo meglio concentrarsi su altro.
Saigon, oltre ad essere una città controversa, è un ottimo punto di partenza per alcune escursioni nei dintorni. Noi abbiamo dedicato un’intera giornata, interessantissima, al DELTA DEL MEKONG, con i suoi mercati galleggianti e le popolazioni autoctone, e una mattinata ai TUNNEL DI CU CHI, uno dei posti più emozionanti in cui sia mai stata.
Il Mekong è un fiume color fango che per molte popolazioni vietnamite e cambogiane rappresenta la vita: loro vivono il fiume in tutti i suoi aspetti e probabilmente non vedranno mai un mondo diverso dal loro. Vivono e lavorano sull’acqua, in comunità chiuse completamente autosufficienti. Imperdibili i mercati galleggianti.
AUDREY TRAVEL TIP: le distanze in Vietnam si triplicano per via delle strade dissestate e dei limiti di velocità: prendetevi il tempo necessario per questa escursione e se potete cercate un tour non troppo “turistico”, altrimenti vi ritroverete sommersi di attività (cooking class, bicicletta, concerto tipico, etc..) che non permettono di capire davvero la vita sul Mekong.
I Tunnel di Cu CHI a mio parere sono una tappa fondamentale per chi vuol davvero capire la storia del Vietnam e lo spirito del suo popolo: si tratta di un’immensa rete di gallerie sotterranee in cui i vietnamiti hanno vissuto combattendo prima i francesi e poi gli americani. Entrare in queste gallerie minuscole e claustrofobiche mi ha fatto star male ma sono felice di averlo fatto: altrimenti, non avrei mai potuto nemmeno immaginare.
Che bello, da quanto aspettavo di leggere questo post! Non vedo l'ora di scoprire le prossime tappe 🙂
A presto, un bacione
Non vedevo l'ora di saperne di più del tuo viaggio! Chissà se andrò mai in questi posti… In ogni caso terrei sicuramente conto delle tue dritte!
Ma che bello, davvero un viaggio interessante. Sono curiosa di leggere il resto!
un viaggio assolutamente da fare.
http://www.nonsidicepiacere.it
Oh cielo ci sono più motorini che a roma!
che viaggio interessante!!! ahhahha sto ancora ridendo per il commento di Francesca!! un abbraccio
Più che viaggio deve essere un'esperienza, immagino quanto possa sentirti confusa all'inizio specie se nessuno parla inglese. Interessante percorrere quelle gallerie sotterranee, anche io lo farei, molto emozionante!:)
Ma quanti motorini? Aspettavo questi tuoi post…l'inizio già mi piace!
…l'umidità …ufff!!!! Penso sarebbe la. Osa più difficile da accettare li!
aspettavo tanto questo diario! 🙂
Forse – incrocio le dita – ci vado il prossimo anno 🙂
Ti tempesterò di domande!
aspettavo il tuo racconto..corro a leggere la seconda parte***